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Selezione Immagini - Prima Parte

Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Prima Parte - "Bergamo. La diarchia di marmo: Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II", di Bruno Ziglioli.

 

Foto 1 e 2: Bergamo, immagini del monumento a Vittorio Emanuele II, inaugurato il 22 novembre 1884, posto nell'attuale piazza Matteotti, dopo il recente restauro (opera di Francesco Barzaghi, nato a Milano il 10 febbraio 1839 e morto a Precotto, Milano, il 31 agosto 1892).

Foto 3: Bergamo, il monumento a Vittorio Emanuele II in un'immagine d'epoca, davanti all'allora palazzo della Pretura.

Foto 4: Bergamo, il monumento a Giuseppe Garibaldi, inaugurato il 13 settembre 1885, anch'esso recentemente restaurato, originariamente collocato nell'attuale Piazza Vecchia a Bergamo alta, fin dal 1861 comunemente appellata piazza Garibaldi, successivamente trasferito a Bergamo bassa, con un diverso piedistallo, al centro di una nuova rotonda urbana, l'attuale Rotonda dei Mille (opera dei fratelli Cesare e Alberto Maironi Da Ponte, il primo nato a Valtesse, Bergamo, nel 1824 e morto a Bergamo nel 1891, il secondo nato a Cenate Sotto, Bergamo, nel 1836 e morto a Bergamo nel 1915).

Foto 5: Bergamo, un'altra immagine del monumento a Giuseppe Garibaldi dopo il restauro.

Foto 6: Bergamo, il monumento a Giuseppe Garibaldi in un'immagine degli anni sessanta del novecento, al centro della Rotonda dei Mille, nella parte bassa della città.


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Selezione Immagini - Seconda Parte

Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Seconda Parte - "Brescia. Il confronto simbolico tra liberali e cattolici: Arnaldo da Brescia", di Paolo Gheda, e "Como. Giuseppe Garibaldi in marcia: da San Fermo a Piazza Vittoria", di Marica Roda.

 

Foto 1: Brescia, il monumento ad Arnaldo da Brescia, inaugurato il 14 agosto 1882, posto nell'omonima piazza, già piazza di Torrelunga, divenuta piazza Dieci Giornate durante il ventennio fascista e poi nuovamente intestata ad Arnaldo da Brescia nel secondo dopoguerra, in un'immagine di poco antecedente alle operazioni di restauro, iniziate nel settembre del 2012 (opera di Odoardo Tabacchi, nato a Valganna, Varese, il 19 dicembre 1836 e morto a Milano il 23 marzo 1905, con la parte architettonica del basamento di Antonio Tagliaferri, nato a Brescia il 9 febbraio 1835 e morto a Brescia il 22 maggio 1909).

Foto 2: Brescia, un'altra immagine del monumento ad Arnaldo da Brescia poco prima del restauro.

Foto 3: Brescia, il monumento ad Arnaldo da Brescia in un'immagine d'epoca, tratta da "L'Illustrazione Italiana" (si tratta del numero del 13 agosto 1882, di un giorno precedente la data dell'inaugurazione del monumento).

Foto 4: Como, il monumento a Giuseppe Garibaldi, inaugurato il 2 giugno 1889, posto in piazza Vittoria, sia pure in una dislocazione differente da quella originaria (opera di Vincenzo Vela, nato a Ligornetto, Canton Ticino, il 3 maggio 1820 e morto a Mendrisio, Canton Ticino, il 3 ottobre 1890).

Foto 5: Como, il monumento a Giuseppe Garibaldi in un'immagine fotografica del giorno della sua inaugurazione.

Foto 6: Como, il monumento a Giuseppe Garibaldi in un'immagine d'epoca.


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Selezione Immagini - Terza Parte

Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Terza Parte - "Cremona. Garibaldi e la città nuova", di Matteo Morandi, e "Mantova. Il monumento ai Martiri di Belfiore", di Maurizio Bertolotti.

 

Foto 1: Cremona, il monumento a Giuseppe Garibaldi, inaugurato il 12 settembre 1886, originariamente collocato in piazza Cittanova, successivamente trasferito presso i giardini della stazione ferroviaria (opera di Andrea Malfatti, nato a Mori, Trento, il 7 maggio 1832 e morto a Trento il 7 febbraio 1917).

Foto 2: Cremona, un'immagine d'epoca del monumento a Giuseppe Garibaldi nella sua precedente sede in piazza Cittanova.

Foto 3: Cremona, il complesso statuario dedicato a Giuseppe Garibaldi e il suo autore in una raffigurazione del pittore Vespasiano Bignami, tratta da "Interessi cremonesi" (si tratta del numero del 12 settembre 1882, la stessa data dell'inaugurazione del monumento).

Foto 4: Mantova, il monumento ai Martiri di Belfiore con la statua del "Genio dell'Umanità", inaugurato il 7 dicembre 1872, originariamente posizionato al centro di piazza Sordello e contenente le reliquie dei Martiri, poi profanato da ignoti e nuovamente inaugurato il 5 giugno 1887, quindi smantellato il 27 settembre del 1930 e diviso in vari luoghi (il sarcofago con le reliquie nella chiesa di San Sebastiano trasformata in Famedio e la statua nel Cortile d'Onore del Palazzo Ducale), infine restaurato, posto nella valletta di Belfiore, nei pressi del cippo in onore dei Martiri collocato alla fine degli anni sessanta dell'ottocento sul luogo dell'esecuzione, e di nuovo inaugurato il 20 novembre 2002, nel 150° anniversario dei fatti di Belfiore, dal Presidente delle Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (opera di Pasquale Miglioretti, nato a Ostiglia, Mantova, il 26 febbraio 1822 e morto a Milano il 17 febbraio 1881).

Foto 5: Mantova, un'altra immagine del monumento ai Martiri di Belfiore dopo il suo riposizionamento nella valletta di Belfiore.

Foto 6: Mantova, il monumento ai Martiri di Belfiore in un'immagine d'epoca, antecedente al suo smantellamento nel 1930, al centro della piazza Sordello.


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Selezione Immagini - Quarta Parte

Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Quarta Parte - "Milano. Il padre della patria in faccia al Duomo", di Elisabetta Colombo.

 

Foto 1, 2 e 3: Milano, piazza Duomo, immagini del monumento a Vittorio Emanuele II, inaugurato il 24 giugno 1896, lo stesso giorno della battaglia di San Martino, emblematicamente collocato davanti alla facciata del Duomo, prima del recente restauro (opera di Ercole Rosa, nato a San Severino Marche, Macerata, il 13 febbraio 1846 e morto a Roma nel 1893).

Foto 4: Milano, il monumento a Vittorio Emanuele in un'immagine d'epoca, tratta da "L'Illustrazione Italiana" (si tratta del numero del 28 giugno 1896, di pochi giorni successivo alla data dell'inaugurazione del monumento).

Foto 5: Milano, la cerimonia di inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II in un'immagine d'epoca, tratta da "L'Illustrazione Italiana" (si tratta sempre del numero del 28 giugno 1896).

Foto 6: Milano, il testo dell'atto di consegna del monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, redatto dal segretario generale del Comune di Milano, l'avvocato Leopoldo Tagliabò, a ricordo dell'avvenimento.


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Selezione Immagini - Quinta Parte

Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Quinta Parte - "Milano. Garibaldi e l'appropriazione della memoria", di Arianna Arisi Rota.

 

Foto 1 e 2: Milano, immagini del monumento a Giuseppe Garibaldi, posto in largo Cairoli, sull'asse urbanistico che da piazza Duomo attraverso via Dante conduce al Castello Sforzesco, inaugurato il 3 novembre 1895 (opera di Ettore Ximenes, nato a Palermo l'11 aprile 1855 e morto a Roma il 20 dicembre 1926, con la parte architettonica del basamento di Augusto Guidini, nato a Barbengo, Lugano, Canton Ticino, il 1° maggio 1853 e morto a Milano il 25 dicembre 1928).

Foto 3: Milano, la cerimonia di inaugurazione del monumento a Giuseppe Garibaldi in un'immagine d'epoca, tratta da "L'Illustrazione Italiana" (si tratta del numero del 10 novembre 1895, di pochi giorni successivo alla data dell'inaugurazione del monumento).

Foto 4: Milano, particolare del basamento del monumento a Giuseppe Garibaldi, raffigurante la Libertà che ripone la spada dopo aver ferito mortalmente la Tirannide, da un'immagine tratta da "L'Illustrazione Italiana" (si tratta sempre del numero del 10 novembre 1895).

Foto 5: Milano, un'immagine d'epoca che documenta la sfilata degli alunni delle scuole davanti al monumento di Giuseppe Garibaldi, nel primo centenario della nascita dell'Eroe dei Due Mondi, pubblicata da "L'Illustrazione Italiana" (si tratta del numero del 30 giugno 1907).

Foto 6: Milano, il Comunicato alla cittadinanza del 2 luglio 1907, redatto dal Comitato Esecutivo di Milano per le Onoranze Centenarie a Giuseppe Garibaldi, con il programma delle celebrazioni del successivo 4 luglio, culminanti nella collocazione sul monumento della nuova targa commemorativa.


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Selezione Immagini - Sesta Parte

Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Sesta Parte - "Pavia. L'immagine femminile della nazione e il culto dei caduti", di Marina Tesoro.

 

Foto 1: Pavia, il monumento all'Italia e ai pavesi caduti per la patria, inaugurato il 3 giugno 1866, prima domenica di giugno e quindi giorno della festa nazionale dello Statuto, posto nella piazza che da allora si chiama piazza Italia, in precedenza detta piazza della Legna per il commercio che vi si svolgeva (opera di Alessandro Martegani).

Foto 2: Pavia, il monumento all'Italia e ai pavesi caduti per la patria in un'immagine tratta da una fotografia della fine degli anni cinquanta del novecento, quando la statua si trovava ancora in buono stato di conservazione.

Foto 3: Pavia, un'immagine d'epoca del monumento all'Italia e ai pavesi caduti per la patria, risalente ai primi anni del novecento, con il palazzo allora prospiciente la piazza, sostituito in epoca fascista con gli edifici che sono attualmente sede della Prefettura e della Amministrazione Provinciale di Pavia.

Foto 4: la statua raffigurante l'Italia scolpita da Antonio Canova per il monumento funebre di Vittorio Alfieri, in Santa Croce a Firenze, che costituì il paradigma di riferimento, in chiave patriottica, per la realizzazione del monumento all'Italia di Pavia (interessante l'evoluzione di questa adesione al modello neoclassico canoviano, a partire dal bozzetto sottoposto per approvazione da Alessandro Martegani al consiglio comunale di Pavia nel 1863, passando attraverso il modello in creta da lui proposto a un'apposita commissione composta da consiglieri comunali ed "esperti d'arte" nel 1864, per giungere sino all'opera finale in marmo di Carrara, con la progressiva assunzione, da parte del soggetto raffigurato, di una serie di segni sempre più identificanti).

Foto 5: la lettera del 17 aprile 1860 scritta da Teodoro Lovati, rettore dell'Università di Pavia, e indirizzata alla giunta municipale della città, relativa al progetto comune di un monumento da erigere in onore degli studenti pavesi caduti nelle precedenti guerre di indipendenza (il monumento non fu poi realizzato, mentre venne invece predisposta una lapide in tal senso, collocata in uno degli androni al piano terra dell'Università).

Foto 6: la lapide in memoria degli studenti pavesi caduti nelle guerre di indipendenza, murata nell'estate del 1862 nell'androne che dà accesso a piazza Italia (è la seconda da sinistra sulla parete meridionale).


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Selezione Immagini - Settima Parte

Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Settima Parte - "Sondrio. Ai caduti per l'Indipendenza d'Italia", di Nella Credaro e Bruno Ciapponi Landi.

 

Foto 1: Sondrio, il monumento ai caduti per l'Indipendenza d'Italia, inaugurato il 20 novembre 1904, posto in piazzale Bertacchi, la piazza antistante la stazione ferroviaria cittadina (opera di Salvatore Pisani, nato a Mongiana, oggi in provincia di Vibo Valentia, il 29 luglio 1859 e morto a Milano il 18 luglio 1920).

Foto 2: Sondrio, un'immagine d'epoca della cerimonia di inaugurazione del monumento ai caduti per l'Indipendenza d'Italia.

Foto 3: Sondrio, un'altra immagine d'epoca tratta da una fotografia del 1904, nella quale il monumento ai caduti per l'Indipendenza d'Italia appare subito dopo il suo posizionamento.

Foto 4: busto in gesso realizzato da Salvatore Pisani nel 1888 e raffigurante Luigi Torelli, nato a Villa di Tirano, Sondrio, il 9 febbraio 1810 e morto a Tirano, Sondrio, il 14 novembre 1887, patriota, uno dei reali protagonisti delle Cinque Giornate di Milano nel 1848, deputato, governatore regio della Valtellina dopo la seconda guerra di indipendenza, senatore, prefetto, ministro, autore di importanti opere di politica, storia e agricoltura, promotore già dal 1861 di un monumento ai caduti valtellinesi nelle guerre di Indipendenza, attraverso un apposito comitato e una riuscita sottoscrizione, ideatore del modello monumentale ripreso, decenni dopo, per l'edificazione del 1904 in città a Sondrio, mentre il suo progetto prevedeva originariamente la realizzazione del monumento sulla collina di Dazio, la grande propaggine delle Alpi Retiche che divide il piano della Valtellina centrale (suo figlio Bernardo Torelli, maggiore generale dell'esercito, fu il presidente della commissione che portò a compimento l'opera nel capoluogo provinciale).

Foto 5: il decreto del 1861 di Luigi Torelli, governatore della Valtellina, volto a promuovere il monumento "da erigersi alla memoria dei Cittadini di questa Provincia che caddero combattendo le battaglie dell'indipendenza".

Foto 6: un'immagine tratta da una litografia d'epoca che raffigura il monumento ideato da Luigi Torelli nel 1861, da collocare sulla collina di Dazio.


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Selezione Immagini - Ottava Parte

Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Ottava Parte - "Varese. Il monumento al Cacciatore delle Alpi", di Enzo R. Laforgia.

 

Foto 1: Varese, il monumento al Cacciatore delle Alpi, inaugurato nella sua originaria realizzazione in pietra, tratta dalle cave di Brenno-Useria, il 26 maggio 1867, nel giorno della ricorrenza della battaglia di Varese, collocato in questa versione nella piazza Cacciatori delle Alpi, fino alla successiva fusione in bronzo del modello della statua, deterioratasi nei decenni successivi, con riposizionamento dell'opera bronzea nell'attuale piazza del Podestà, già piazza Vittorio Emanuele II, il 26 maggio 1901 (opera di Luigi Buzzi Leone, nato a Viggiù, Varese, il 24 novembre 1823 e morto a Viggiù, Varese, il 14 marzo 1909).

Foto 2: un'immagine d'epoca del monumento al Cacciatore delle Alpi, ancora con la statua in pietra e nella sua precedente collocazione in piazza Cacciatori delle Alpi, con sullo sfondo l'edificio che ospitava le scuole pubbliche.

Foto 3: Viggiù, Museo della Scultura Viggiutese dell'Ottocento, il bozzetto in gesso preparato da Luigi Buzzi Leone per il monumento al Cacciatore delle Alpi di Varese.

Foto 4: Varese, l'immagine di Garibaldi, la formula dedicatoria e la menzione dei caduti poste sul basamento della statua del Cacciatore delle Alpi di Varese.

Foto 5: il manifesto per l'inaugurazione del monumento al Cacciatore delle Alpi di Varese, con il programma dell'evento e l'indirizzo ai cittadini di Varese da parte del sindaco Francesco Magatti: "L'Italia è affrancata e redenta ormai da ogni straniero servaggio, e l'Unità della Patria - gagliarda aspirazione di tanti secoli - può dirsi compiuta. Noi saremo gelosi custodi di tanto sacro deposito, ed affideremo alle novelle generazioni il retaggio di quelle virtù che cementarono la grande opera del riscatto nazionale".

Foto 6: il testo a stampa della "Melodia popolare per l'inaugurazione del monumento ai Cacciatori delle Alpi nella città di Varese il 26 maggio 1867", composto per l'occasione da Pasquale Contini, con messa in musica ad opera di Eugenio Maroni-Biroldi, entrambi varesini (la "Melodia" fu intonata, durante la cerimonia dell'inaugurazione, da due cori, uno di fanciulli e un altro di fanciulle, per complessivi 200 ragazzi, accompagnati dalla locale banda musicale).


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Selezione Immagini - Nona Parte - Sezione I

Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Nona Parte - "Italia. Memoria dei Cairoli. Eternare nel marmo le gesta di quei valorosi ...' ", di Gigliola De Martini - Sezione I.

 

Foto 1, 2 e 3: Roma, immagini del monumento a Enrico e Giovanni Cairoli a Villa Glori, inaugurato il 27 maggio 1883, posto sullo spiazzo panoramico del parco del Pincio di Villa Borghese, ben visibile da San Pietro e con la pistola rivolta verso palazzo Medici, sede dell'Accademia di Francia (opera di Ercole Rosa, nato a San Severino Marche il 13 febbraio 1846 e morto a Roma nel 1893).

Foto 4: Gerolamo Induno, La morte di Enrico Cairoli, 1868, Pavia, Museo del Risorgimento, Musei Civici del Castello Visconteo.

Foto 5: Carlo Ademollo, La morte di Enrico Cairoli, 1868, Pavia, Museo del Risorgimento, Musei Civici del Castello Visconteo.

Foto 6: Milano, il monumento ai caduti di Mentana, inaugurato il 3 novembre 1880, posto in piazza Mentana (opera di Luigi Belli, nato a Torino il 28 febbraio 1848 e morto a Torino il 24 maggio 1919).


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Selezione Immagini - Nona Parte - Sezione II

Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Nona Parte - "Italia. Memoria dei Cairoli. Eternare nel marmo le gesta di quei valorosi ...' ", di Gigliola De Martini - Sezione II.

 

Foto 1: Pavia, il monumento alla famiglia Cairoli, inaugurato il 14 giugno 1900, posto in piazza del Lino, già piazza del Popolo, in un'immagine dei primi anni quaranta del novecento (opera di Enrico Cassi, nato a Cuasso al Monte, Varese, il 19 febbraio 1863 e morto a Milano il 12 febbraio 1913).

Foto 2: Pavia, un'immagine del monumento alla famiglia Cairoli tratta da una fotografia dei primi anni del novecento.

Foto 3: Pavia, il gruppo scultoreo in bronzo alla base del monumento alla famiglia Cairoli, che raffigura la madre Adelaide Bono Cairoli in posizione sopraelevata rispetto ai cinque figli maschi, che si volgono verso di lei con le mani sul cuore o tese verso il tricolore in segno di giuramento guerresco, mentre la madre tiene stretta in pugno la bandiera italiana come vessillo di combattimento.

Foto 4: Udine, il busto di Benedetto Cairoli, collocato nella Loggia del Lionello, affacciata sulla piazza Libertà, inaugurato il 28 marzo 1891 (opera di Andrea Flaibani, nato a Udine nel 1846 e morto a Udine nel 1897).

Foto 5: Belgirate, Verbano Cusio Ossola, il busto di Benedetto Cairoli, collocato sul lungolago, davanti alla villa di famiglia dei conti Bono, poi villa Cairoli (Benedetto Bono, avvocato e politico, nato a Belgirate il 10 luglio 1765 e morto a Milano il 24 novembre 1811, personalità istituzionale di spicco sia in epoca napoleonica, sia nel periodo successivo alla restaurazione, patriota e personaggio di notevole cultura, era il padre di Adelaide Bono Cairoli), inaugurato l'8 ottobre 1899 (opera di Gaudenzio Rossi, scultore novarese).

Foto 6: Lucca, il busto di Benedetto Cairoli, collocato sui bastioni della città, che dai primi dell'ottocento erano stati trasformati in pubblico passeggio, inaugurato il 20 settembre 1893 (opera di Urbano Lucchesi, nato a Lucca nel 1844 e morto a Firenze nel 1906).


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Selezione Immagini - Nona Parte - Sezione III
Si riproducono alcune delle immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" - Nona Parte - "Italia. Memoria dei Cairoli. Eternare nel marmo le gesta di quei valorosi ...' ", di Gigliola De Martini - Sezione III.

Foto 1: Gropello Cairoli, Pavia, il monumento ad Adelaide Bono Cairoli, inaugurato il 24 ottobre 1875, posto nel giardino dell'asilo comunale, fondato anche grazie alla donazione della defunta, adiacente a quello della villa Cairoli (opera di Gerolamo Masini, nato a Firenze il 27 dicembre 1840 e morto a Firenze il 21 dicembre 1885).
Foto 2: Gropello Cairoli, Pavia, particolare del monumento ad Adelaide Bono Cairoli.
Foto 3: Gropello Cairoli, Pavia, il monumento ad Adelaide Bono Cairoli in un'immagine fotografica del giorno della sua inaugurazione (è riconoscibile Benedetto Cairoli).
Foto 4: Adelaide Bono Cairoli, considerata il modello di madre della nazione, nata a Milano l'8 marzo 1806 e morta a Pavia il 27 marzo 1871, in un'immagine fotografica del 1869, con i ritratti dei figli caduti per la patria (su otto figli, tre sono femmine, Carolina, Rachele ed Emilia, delle quali la prima, Carolina, muore prematuramente, mentre cinque sono maschi, Benedetto, l'unico sopravvissuto e divenuto presidente del consiglio, Ernesto, caduto tra i Cacciatori delle Alpi nella battaglia di Biumo, presso Varese, nel 1859, Luigi, morto a Napoli durante la spedizione dei Mille nel 1860, a causa del tifo contratto a Cosenza, Enrico, caduto nel combattimento di Villa Glori del 1867, Giovanni, morto nel 1869 a causa delle ferite riportate in quello stesso combattimento).
Foto 5: Federico Faruffini, I fratelli Cairoli al campo, 1859-1860, Pavia, Museo del Risorgimento, Musei Civici del Castello Visconteo, con quattro dei cinque fratelli Cairoli, in quanto manca Giovanni, non ancora arruolato nel 1859 perché appena diciottenne, tutti impegnati nella seconda guerra di indipendenza (tre di loro vestono la divisa dei Cacciatori delle Alpi).
Foto 6: Federico Faruffini, La battaglia di Varese, 1862, Pavia, Museo del Risorgimento, Musei Civici del Castello Visconteo (in primo piano, con gli occhi socchiusi, Ernesto Cairoli colpito a morte, con alle spalle Enrico Cairoli, trucidato anni dopo dai mercenari papalini a Villa Glori, che segue con lo sguardo il fratello che sta per cadere).

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Selezione Immagini - Avvertenza

Non tutte le immagini del libro "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle città lombarde tra identità locale e nazionale" sono state riprodotte nelle precedenti Parti e Sezioni.

 

Alcune immagini, prese da altre pubblicazioni o dal web, sono state aggiunte a corredo di quelle esistenti in tale libro e sono qui di seguito indicate:

 

Prima Parte: Foto 4.

Seconda Parte: Foto 6.

Terza Parte: Foto 5.

Quarta Parte: Foto 1, 2 e 3.

Quinta Parte: nessuna.

Sesta Parte: Foto 4.

Settima Parte: Foto 1 e 4.

Ottava Parte: Foto 3.

Nona Parte - Sezione I: Foto 1, 2, 4, 5 e 6.

Nona Parte - Sezione II: Foto 3, 4 e 5.

Nona Parte - Sezione III: Foto 4, 5 e 6.

 

Foto 1: un'immagine del complesso del Vittoriano a Roma, con la statua equestre di Vittorio Emanuele II, inaugurata nel 1911, opera di Enrico Chiaradia (nato a Caneva, Pordenone, il 9 novembre 1851 e morto a Caneva, Pordenone, il 3 agosto 1901), completata da Emilio Pasquale Gallori (nato a Frenze il 3 aprile 1848 e morto a Siena il 24 dicembre 1924).


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